Una canzone, che poi è anche la sigla di una serie tv, dice qualcosa come “everything is different the second time around” (tutto è diverso la seconda volta) e, in effetti, è così. Recentemente sono rientrata dal mio secondo soggiorno in Marocco e ho potuto riscontrare la veridicità di questa frase.
La prima volta che sono stata in Marocco è stata nell’estate del 2017. Ancora stavo studiando per finire la laurea triennale e un mio amico e io abbia deciso di dare una svolta ai nostri studi frequentando una scuola di lingua a Rabat per un mese. Dunque, abbiamo organizzato tutto e siamo partiti super carichi. All’ arrivo, dopo varie peripezie causa errori di comunicazione, tutto si è sistemato per il meglio. Ci siamo goduti il nostro mese di studio interrotto da simpatiche gite nel weekend e ce ne siamo tornati a casa contenti, convinti di esserci vissuti il Marocco.
La seconda volta, invece, sono stata a Casablanca per due mesi circa. Prima della partenza, mi aspettavo di vivere un’esperienza abbastanza simile alla prima, nonostante il motivo per cui ero in Marocco fosse diverso: questa volta ero lì per svolgere una parte del mio tirocinio presso Sopra i Ponti.
Non potevo sbagliarmi di più. Infatti, nonostante credessi di aver visto il Marocco “vero”, la prima volta avevo solo vissuto nella mia bolla, fatta di amici della scuola di lingua (italiani), insegnanti, compiti e panini shawarma (erano l’unica cosa che ero capace di ordinare). Consapevole o meno, quello che avevo visto era sì il Marocco, ma non l’avevo “toccato con mano”, non mi ero entrata nel vivo della routine marocchina. Quando sono tornata, invece, sono stata veramente catapultata nel Marocco più autentico. Dalla vita in comunità, per cui mangiavo spesso piatti marocchini, al quartiere in cui abitavo, ai turbo-tour delle cooperative sparse per tutto lo stato, tutto ha contribuito a farmi vivere una full-immersion di Marocco che, se all’inizio mi ha sconvolta e fatto sentire spaesata, poi mi ha fatto rendere conto dei miei limiti e mi ha aiutato a superarli.
Entrambe, sicuramente sono state esperienze positive e che mi hanno arricchita molto, ma, forse, la seconda volta è stata quella che mi ha permesso di conoscere il Marocco vero, o almeno, alcune sue parti.