Quant’è potente il cinema, se a distanza di 78 anni il fascino degli indimenticabili Humphrey Bogart e Ingrid Bergman riesce ancora a scatenare una querelle legale in quel di Casablanca? Il Rick’s café, infatti garantisce un notevole successo all’americana The usual suspects Company fondata dall’imprenditrice e diplomatica americana Cathy Kriger (1946 – 2018) la quale, sorpresa di scoprire che a Casablanca non era mai esistito un Rick’s café américain, nel 2004 si mise all’opera per correggere quell’anomalia del mondo reale e adeguarlo a Hollywood, come si conviene.
Scelse quindi un maestoso e decadente palazzo degli anni ’30 addossato alle mura della vecchia medina, in Place du Jardin Public, Boulevard Sour Jdid, per ristrutturarlo a dovere e ricostruire con attenzione filologica l’ambiente del celebre film di Michael Curtiz del 1942. E ha fatto centro: ogni giorno una discreta folla di turisti europei non rinuncerebbe per nulla al mondo al pellegrinaggio attraverso la medina per garantirsi il selfie celebrativo di fronte alla sua insegna e concedersi una consumazione ai tavolini che Bogey non perdeva mai di vista dall’alto della scalinata, immersi nelle note malinconiche di As time goes by (ovviamente tra le hit del locale!). Tanto più che il ristorante è anche molto attento alla qualità, al punto di avere il sostegno di Slow food, che sottolinea l’attenzione posta alla scelta di ingredienti locali di qualità, spesso rifornendosi da Maroc Taswiq, consorzio pubblico che dal 2012 distribuisce i prodotti di centinaia piccole cooperative rurali marocchine. Ma il pubblico cerca soprattutto l’atmosfera, quel mood tra il losco e l’esotico che il film così bene trasmette.
Il film, appunto, non la città. Perché è davvero curioso quanto poco di Casablanca, intesa come città, ci sia in quel film che pure l’ha resa celebre, trasformandola addirittura in uno stato d’animo, un’emozione collocata in un punto indefinito tra disillusione, nostalgia e avventura. Magia del cinema: a Hollywood nel 1942 hanno creato il mito, ma laggiù di Casablanca non importava niente a nessuno! la faccenda è tutta tra francesi, tedeschi e americani (perfino la resistenza antinazista ha una pura funzione narrativa, serve a mandare avanti gli eventi), il Marocco è solo uno sfondo esotico, un posto in cui, per la sua insignificanza politica, ognuno può fare quello che gli pare. Anzi: il Marocco proprio non c’è, i pochi personaggi teoricamente marocchini indossano abiti egiziani e ogni scenario è ricostruito in studio.
Nel mondo reale il Marocco non fu così insignificante all’epoca, se alla Conferenza di Casablanca, dal 14 al 24 gennaio 1943, quando Roosevelt, Churchill e De Gaulle presero decisioni strategiche per la guerra, tra cui lo sbarco in Sicilia, il re Mohamed V colse l’occasione per ottenere l’appoggio americano per la causa dell’indipendenza.
Sia detto per inciso, Casablanca è probabilmente anche il posto dove il film omonimo è meno conosciuto al mondo – e si capisce perché!
Ma il mito, una volta creato, è inarrestabile, e Casablanca, grazie a quel mito, gode di un’aura unica (volete mettere come suona più intrigante dire “parto per Casablanca” rispetto a – che so – “parto per Abidjan”?). E il mito è un potente motore del business del turismo. E in quanto a business, ultimamente i cinesi non sono secondi a nessuno. Ecco quindi che degli uomini d’affari cinesi si sono messi in testa di insidiare il primato americano perfino sul mito di Casablanca, del caffè da Rick’s, di Bogart e della Bergman: un vero segno dei tempi! D’altra parte, se un originale non esiste, come si può accusarli di copiare?
Loro, in linea con lo stile cinese, più sensibile agli aspetti pratici che non alla memoria, hanno scelto uno stabile nella città nuova – significativamente in boulevard Roosevelt! – molto più comoda e dotata di parcheggi, e hanno a loro volta ricostruito lo scenario hollywoodiano chiamandolo – per essere chiari ed evitare fraintendimenti – “Casablanca Ricks 1942”. Sembra sia molto popolare tra i sempre più numerosi turisti cinesi in giro per Casablanca!
La proprietà americana del primo Rick’s café (ehi, ma che fine ha fatto il pingue trafficone a cui Bogey vende il suo bar?) non l’ha presa bene e gli ha fatto causa.
Ma i cinesi sono capaci di vendere le riproduzioni dei cimeli religiosi ai fedeli musulmani in pellegrinaggio alla Mecca, non c’è gara!
Articolo di Antonella Selva