Da circa due settimane abbiamo iniziato un corso di lingua italiana per le donne nel centro di cultura islamica Iqraa della Bolognina. L’idea è nata da un bisogno delle donne che frequentano la sala di preghiera. Spesso le incontro quando vado a pregare il venerdì e molte volte ci salutiamo, sorridiamo, ma non parlavamo… Sono tutte ragazze giovani che vengono dal Pakistan e Bangladesh ed io non riuscivo mai a confrontarmi con loro perché vedevo che stavano in gruppo tra di loro e che parlavano in urdu e bangla, lingue che io non capisco. Questa situazione mi dispiaceva molto, perché ci sentiamo sorelle, ci salutiamo con il tipico saluto musulmano Assalamu alaykum, ma oltre a ciò non riuscivamo a confrontarci. Eppure nei loro occhi vedevo qualcosa di particolare, allora parlando con l’imam di un libro di educazione islamica che mi interessava per la tesi, è venuto fuori il discorso del perché non si riesce ad aiutare le donne che frequentano il centro e che spesso sono isolate in casa. Così abbiamo avviato il corso, con il supporto di Bushra, mediatrice di lingua urdu, e Clarissa, volontaria in servizio civile presso l’associazione Sopra i ponti, che promuove l’insegnamento della lingua italiana alle donne in vari quartieri della città e in provincia di Bologna. Ora sono circa cinque le donne che frequentano in maniera stabile il corso. Sono tutte già alfabetizzate nella loro lingua, e hanno un livello A1/A2 in lingua italiana.
Durante le prime lezioni abbiamo scoperto che alcune di loro possiedono abilità davvero notevoli! Erano molto fiere nel presentare i loro prodotti fatti a mano, con diversi materiali con molto impegno e passione. Saba è una vera artista, realizza bellissimi accessori e articoli di bigiotteria con incredibile cura e dedizione. Le piace impegnare il suo tempo libero nella creazione di vasi decorati, portapenne, quadri, braccialetti, collane, orecchini ecc…
Saira invece è appassionata di pasticceria, le piace fare torte e dolci di livello davvero professionale!
Ma ciò che ha detto nella sua presentazione personale è quello che mi ha colpito di più. Ci ha detto:
“Di tutto ciò che ho lasciato indietro, quello che mi manca di più è la vita sociale che avevo. Nel mio paese conoscevo tante persone, avevo tante amiche, cugine, nipoti uscivo tutti i fini settimana, ridevo… qua in Italia, conosco soltanto le donne che frequentano il centro culturale islamico e studiano insieme a me, non ho nessun familiare accanto oltre mio marito e uscire è diventato un sogno, e non trovo più motivi per ridere… Però comunque non sono più pentita di essere venuta in Italia, mi rendo conto che devo sopportare questo peso, ma so anche che presto non esisterà più nei miei giorni. In Italia è molto difficile fare l’amicizia, le persone sono molto chiuse, non si ha l’opportunità di conoscere nuove persone se non si sa parlare la lingua italiana. Sono tutti un po’ diffidenti, e si preoccupano troppo per i soldi dimenticandosi della vita personale e affettiva, mentre in Pakistan le persone sono più comunicative, aperte alle nuove amicizie, ecc… Con questo però non voglio dire che gli Italiani sono cattivi e i Pakistani buoni, ma che sono culture diverse, e che ci vuole un po’ di tempo per abituarsi e capire. Il mio obiettivo per cui ho deciso di frequentare il corso è molto speciale: non vedo l’ora di riuscire a parlare e dialogare in italiano soprattutto in vista di quando avrò dei figli, perché voglio fare di tutto per essere una bravissima mamma”. “Ragazze fate duaa’(invocazione) per me perché desidero tantissimo avere un bambino quanto prima, con il permesso di Dio. Spero che questo nuovo laboratorio possa essere una spinta per avere una maggiore autostima e benessere nella società italiana”
E lo speriamo anche tutte noi, auguri Saira!!
Articolo di Fatima Zahra Dounasser
questa narrazione è bellissima -rende merito alle ragazze e alla loro sapienza. Tali valori vanno ri-conosciuti e fatti conoscere. Se le ragazze hanno voglia di “allargarsi” si possono organizzare incontri aperti al territorio in altri luoghi anche vicini come ad es la biblioteca Casa di Khaoula molto frequentata e la cui direttrice Monica è molto disponibile ad ospitare e a collaborare .
Auguri sorelle e ….come si dice da noi FIGLI MASCHI… e da parte mia anche FEMMINE
ben venute nel nostro paese – dove sicuramente sarete felici
bellissimo racconto, colmo di grande “sorellanza”